Il nuovo anno è appena iniziato, e già in molti tendono a scommettere sui Trend del 2017, ma mai come d’ora dobbiamo tenere i piedi ben saldi a terra e trarre insegnamento dagli appuntamenti mancati e dalle paure inconsistenti dell’anno che si è concluso. Il titolo di questo mio breve intervento è “Lo scenario economico finanziario 2017: attese e speranze”: andiamo a vedere qualche idea in merito.
L’idea di fondo è che il 2017 possa presentarsi come un anno di crescita per l’economia globale ad un ritmo leggermente superiore al 2016.
Per il Mercato Americano, il fatto che la nuova amministrazione sia intenzionata ad attivare lo stimolo fiscale rappresenta sicuramente un elemento di supporto per l’economia, che vivrebbe così l’ottavo anno consecutivo di espansione.
Le stime di consenso prevedono un’interessante crescita del 2,2% e potrebbero essere riviste addirittura al rialzo in corso d’anno, in considerazione della manovra fiscale espansiva. Come termine di paragone si consideri che il 2016 ha registrato a pochi giorni dalla chiusura una crescita media annua attorno all’1,6%.
In definitiva, con riferimento all’andamento del ciclo economico, l’evoluzione della politica economica in USA sarà probabilmente il principale tema di attenzione per l’anno, nel bene e nel male.
Il 2016 termina all’insegna dell’ottimismo relativamente alle possibilità di implementare una politica fiscale espansiva, per poter aumentare la crescita e allentare le spinte deflazionistiche tipiche degli ultimi anni.
Il primo semestre 2017 sancirà probabilmente un primo momento della verità per valutare il rispetto di tali attese. Tra la primavera e l’estate saranno infatti delineate le dimensioni e la composizione dello stimolo fiscale. Eventuali flessioni in questo senso potrebbero riportare verso il basso le attese sulla crescita economica. In presenza di questo stimolo fiscale, si potrebbero alimentare le attese di surriscaldamento dell’economia (inflazione) e forzare le banche centrali ad un atteggiamento rigoroso prima del previsto.
Di più: il principale rischio potrebbe essere rappresentato da mercati che vanno a scontare tutta la positività dello scenario subito, cioè nel primo trimestre 2017, lasciando il resto dell’anno senza particolari spunti o soggetto a prese di profitto.
La borsa USA dovrebbe confermarsi la guida per gli altri mercati, trovando sostegno nel probabile taglio alla tassazione sulle imprese e nella prosecuzione della crescita degli utili.Il mercato USA è però anche quello che presenta valutazioni più tirate.
Il 2017 potrebbe essere un anno volatile per il mercato azionario europeo, ma questa volatilità potrà creare notevoli opportunità d’investimento, soprattutto perché l’outlook degli utili societari è in via di miglioramento. Mai come in questo momento, infatti, dall’incertezza di mercato possono scaturire per gli investitori attivi di lungo periodo opportunità per comprare azioni di società con valutazioni attraenti.
Oltre ai diversi appuntamenti elettorali europei, anche i negoziati per la Brexit saranno osservati attentamente. La Brexit si sta dimostrando in primis una problematica del Regno Unito, e probabilmente non avrà un forte impatto negativo sul settore corporate dell’Europa continentale. Anzi, la ripresa economica europea resta lenta, ma stabile.
In questo scenario, le valutazioni sulle società quotate continuano a essere attraenti, sia in termini storici che in termini relativi rispetto ad altri mercati azionari. Inoltre, il 2017 potrà essere l’anno in cui gli utili societari europei cresceranno al ritmo maggiore degli ultimi 5 anni. I rendimenti dei bond segnalano un’accelerazione delle aspettative sull’inflazione, il che generalmente è positivo per la ripresa degli utili.
Settori come l’energia, le commodity e le utility presentano previsioni positive sugli utili negli ultimi tre mesi e ci si aspetta che questo trend possa proseguire l’anno prossimo.
Un altro trend che dovrebbe continuare nel 2017 è il diminuire della sovraperfomance dei settori quality, come i beni di prima necessità, percepiti come porto sicuro, nei riguardi di quelli value, come i finanziari o le commodity.
Negli ultimi anni i settori “quality” e “growth” hanno sovraperformato i settori tradizionali, cioè quelli definiti “value”. Si sono quindi create nuove opportunità legate a erronee prezzature.
Il settore bancario è un esempio di segmento altamente correlato. Esistono differenze notevoli tra le singole banche a livello di solidità di capitalizzazione, qualità degli asset, futuri dividendi potenziali o generazione di flussi di cassa. Il venir meno delle correlazioni permetterà al mercato di prezzare in modo adeguato queste differenze. Di qui l’esigenza della estrema selettività nei confronti delle banche.
Per quanto riguarda settori specifici, le opportunità sono da ricercare tra le rinnovabili e l’energia alternativa. Questo comparto spazia dalle automobili elettriche all’energia eolica ed è perciò un’area dove si rende indispensabile una visione di lungo periodo, in quanto la tecnologia ha bisogno di tempo per dare i suoi frutti.
Il trend delle componenti elettriche nelle automobili e delle macchine automatizzate ha però sicuramente spazio per crescere. Per quanto riguarda l’energia eolica, le incertezze seguite all’elezione di Trump negli Usa hanno creato l’opportunità di acquistare titoli a valutazioni più convenienti. Anche questo però è un tema di lungo termine e di respiro globale, che non dipende da un solo Paese. Un altro comparto interessante e che raramente tradisce è quello dei beni di lusso, sostenuto sia dal continuo incremento del turismo e dei viaggi, sia dal maggiore accesso delle firme di lusso ai mercati in crescita, sia dall’innovazione dei prodotti e dalla capacità di aumentare i prezzi in caso di ritorno dell’inflazione.
Inoltre molti marchi di lusso non hanno ancora sfruttato a pieno il potenziale offerto dall’e-commerce, vero elemento detonante nei Mercati futuri.
In conclusione, il particolarissimo scenario politico internazionale che si presenterà nel 2017 dovrebbe provocare ulteriore volatilità che, a sua volta creerà interessanti opportunità di investimento. Le valutazioni al momento sembrano competitive e la lenta ripresa economica in Europa fornirà un contesto solido, affinché gli utili societari possano finalmente rialzare la testa.
Per il Mercato obbligazionario:
OBBLIGAZIONI GOVERNATIVE
Nello scenario di riferimento, il rialzo dei tassi d’interesse a lunga scadenza che si è messo in moto da luglio potrebbe proseguire. Riteniamo che il percorso di normalizzazione dei tassi sarà reso graduale da Banche Centrali ancora caute e impegnate ad evitare impatti negativi sull’economia. Appare tuttavia opportuno mantenere un giudizio di sottopeso per la duration dei Paesi “core” (USA e, soprattutto, Germania). Allo stato attuale, si mantiene un posizionamento favorevole sui titoli periferici dell’Eurozona a riflettere i residui spazi di riduzione dello spread dell’Italia dopo l’allargamento pre-referendum. In ottica di medio termine (orizzonte intero 2017), però, il giudizio su questi mercati è neutrale.
OBBLIGAZIONI A SPREAD
Neutrale il giudizio sui restanti mercati a spread. Le obbligazioni High Yield appaiono interessanti in un contesto favorevole alla crescita economica, che terrà basso il tasso di default.
Guardando poi all’high yield, questo segmento è uno dei pochi baluardi di reddito rimasti a disposizione degli investitori. I fondamentali sono migliorati nel corso del 2016 e i default dovrebbero diminuire nei prossimi 12 mesi, in virtù della ripresa dei prezzi dei metalli e del petrolio. Le valutazioni, tuttavia, appaiono ben bilanciate. E’ probabile che siano le cedole e non la rivalutazione del capitale a fungere da principale fattore trainante della performance nel 2017.
Le obbligazioni dei Paesi emergenti, dopo l’ottimo andamento del 2016, possono risultare penalizzate dal rialzo dei tassi USA. La stessa considerazione vale, a maggior ragione, per le obbligazioni Investment Grade i cui tassi potrebbero salire in simpatia con quelli governativi core.
Che fare ? Tre Strategie
Un’idea cauta e coerente potrebbe essere quella seconda la quale gli investitori dovrebbero adottare un mix di tre strategie per gestire al meglio il rischio di tasso d’interesse:
1) diversificare le fonti di duration per sfruttare a proprio vantaggio le variazioni del ciclo dei tassi d’interesse nei diversi Paesi
2) scambiare parte della duration nominale con duration reale (sostituendo le obbligazioni nominali convenzionali con obbligazioni indicizzate all’inflazione)
3) utilizzare il credito per diversificare gli effetti della duration.
Questo triplice approccio, pur non essendo la soluzione definitiva, può ridurre l’effettiva sensibilità del portafoglio ai tassi d’interesse, senza rinunciare alle proprietà difensive che di norma la duration offre.
Per quanto riguarda il credito, l’aspetto che più preoccupa è lo stadio di maturità del ciclo, testimoniato dal rialzo della leva finanziaria delle imprese a livello globale.
Per tutelarsi da eventuali perdite, gli investitori dovrebbero innanzitutto diversificare in maniera efficace. I portafogli diversificati esclusivamente sulla base dei benchmark obbligazionari tradizionali rischiano infatti di non essere sufficientemente protetti.
Abbiamo avuto regolarmente prova di ciò sin dal primo insorgere della crisi finanziaria (ad esempio, l’high yield e il settore energetico negli USA, le obbligazioni dei paesi periferici in Europa) e persino i prodotti globali basati su indici hanno dimostrato di avere una diversificazione insufficiente a causa dalla presenza preponderante di asset statunitensi al loro interno.
Un approccio total return può essere considerato una soluzione idonea per chi ha bisogno di migliorare la diversificazione e aumentare la protezione dal rischio di ribasso.
E’ infatti possibile in questo modo beneficiare della crescita dei mercati, generando alpha attraverso la gestione attiva. Allontanarsi dai benchmark tradizionali può servire a ridurre i rischi indesiderati di concentrazione, usando nel contempo la flessibilità per aumentare i rendimenti e mitigare le perdite. Facendo ricorso a un’asset allocation flessibile e ad una solida diversificazione è inoltre possibile ridurre i rischi.
Ad esempio, liquidità, momentum e altri indicatori tecnici possono fornire segnali utili ai fini del market timing per attivare coperture che contribuiscano, dunque, soprattutto a proteggere il portafoglio dal rischio di ribasso.
Nel complesso si deve evitare l’effetto gregge e le aree affollate del mercato, dunque perseguire una più ampia diversificazione e adottare un approccio flessibile sono elementi importanti di qualsiasi strategia. Se da un lato il cambiamento politico potrebbe contribuire ad estendere il ciclo economico e spingere i tassi d’interesse al rialzo, gli investitori dovrebbero sentirsi rassicurati dalle tendenze di lungo termine che continuano fortemente a sostenere i mercati del reddito fisso.
In attesa di poterci scambiare di persona qualche impressione sull’Anno che verrà, Ti invio gli auguri più sinceri per un meraviglioso Anno Nuovo.
A presto, e… continua a seguirmi!