Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un susseguirsi di notizie negative, mercati e quotazioni in picchiata, preoccupazione mista a rabbia per le perdite sembrano una costante. I Mercati si risolleveranno? Torneremo alle quotazioni di fine dicembre 2021? Analizziamo con calma la situazione.
Nell’ultimo anno, gran parte dell’economia globale è passata velocemente dalla ripresa all’espansione di metà ciclo, e l’incertezza è divenuta una costante sui mercati. In sintesi, provo a tracciare una visione di medio periodo con i comportamenti da tenere per il 2022.
Uno sguardo all’economia: aumenta la volatilità, cresce l’incertezza.
Nel 2021 la ripresa globale è proseguita in modo costante ma disomogeneo nei vari Paesi e nei differenti settori. In generale, le politiche pubbliche di sostegno alla domanda a seguito di una delle maggiori contrazioni economiche della storia moderna hanno prodotto una delle riprese più rapide mai riscontrate prima. Sono quindi ragionevoli le previsioni di molti analisti che parlano di un contesto macroeconomico più incerto e volatile, con cicli economici di più breve durata, e divario crescente tra i vari paesi.
Tutto fa pensare che ci si sia lasciati alle spalle sia i massimi effetti negativi della pandemia, ma anche il picco delle misure straordinarie di sostegno alle economie da parte delle autorità, nonché la velocità massima di ripresa del PIL. Ci si aspetta quindi che la crescita del PIL dei mercati sviluppati deceleri da un tasso medio annuo del 5,0% nel 2021 al 4,0% nel 2022.
Incognita inflazione
La velocità della ripresa economica assieme all’andamento volatile del virus hanno creato a strozzature sui mercati dei beni e del lavoro che hanno determinato un aumento dell’inflazione. La ragione ci porta a supporre che l’inflazione – almeno nei mercati più sviluppati – ricominci presto a diminuire, per riportarsi verso l’obiettivo delle banche centrali entro la fine del 2022, ma solo dopo aver raggiunto il picco al 5,1% nel 4° trimestre 2021.
Quali conseguenze? Ci si attende un avvio anticipato del ciclo di aumenti dei tassi da parte delle Banche Centrali nei mercati sviluppati e sono state riviste al rialzo le previsioni sul probabile livello terminale dei tassi in molte economie emergenti.
Tre rischi all’orizzonte
In ultima analisi, il quadro generale per il 2022 è di crescita, sebbene in rallentamento, e di inflazione in moderazione con graduale stretta della politica monetaria nei mercati sviluppati. Si notano tuttavia TRE importanti rischi rispetto allo scenario di base, che determinano un contesto in generale parecchio più incerto per gli investitori:
- la possibilità di inflazione persistentemente elevata,
- le varianti del virus che causino impennate del COVID-19
- l’inasprimento delle condizioni finanziarie più brusco del previsto.
Quali implicazioni per gli investimenti?
Nonostante questi rischi, i mercati sembrano scommettere su uno scenario in cui le banche centrali realizzano non approvano significativi aumenti dei tassi, almeno nel medio periodo. La storia però ci insegna che gli imprevisti a volte capitano, e che la politica monetaria può cambiare direzione.
Come “Posizionarsi”?
La tendenza comune è quella di un posizionamento di sottopeso sulla duration, in italiano corrente significa privilegiare titoli a bassa volatilità, che garantiscano minori fluttuazioni nel breve periodo, a fronte – ovviamente – di rendimenti più stabili ma più bassi in virtù dello scarso rischio.
La “duration” dovrà quindi essere un elemento di diversificazione: controbilanciare le componenti più rischiose di un portafoglio d’investimento con altre più “sicure”, e monitorando con frequenza possibili cambiamenti negli equilibri interni al portafoglio stesso. Interessante l’ipotesi di posizionarsi verso opzioni a “curva ripida” come le obbligazioni di Canada, Regno Unito, Nuova Zelanda e Australia.
Per il 2022 una tendenza interessante sarà quella di prediligere comparti che beneficeranno maggiormente della ripresa post COVID, come aerospazio, hotel e turismo in genere.
Mercato azionario
Malgrado le cadute delle ultime due settimane, permane l’ottimismo sull’azionario globale a fronte di un quadro che rimane positivo nonostante il ridimensionamento degli utili societari. Stiamo entrando nella fase avanzata del ciclo, e perciò va posta ulteriore attenzione alla selezione dei titoli e dei comparti. Rimane la fiducia sulle società Large Cap e di alta qualità, destinate a sovraperformare nella fase avanzata del ciclo economico, in linea con il passato. Anche le imprese con capacità di fissazione dei prezzi sono destinate a trarre benefici. Il settore dei semiconduttori ha potenziale di sovraperformance nel lungo termine, beneficiando della domanda robusta legata ai temi delle trasformazioni tecnologiche, tra cui la digitalizzazione, al pari di molti ambiti interessati dalle iniziative per azzerare le emissioni nette di anidride carbonica.
Per quanto riguarda i Mercati emergenti, riguardo al debito in valuta locale ed estera dei mercati emergenti, permane la rischiosità e la volatilità in questa classe di attivo, soprattutto a fronte di un inasprimento della politica monetaria negli Stati Uniti. Restano da rimarcare svariati fattori che conferiscono appetibilità ai mercati emergenti, nel contesto di un portafoglio diversificato e alla luce della tendenza verso una minore esposizione alle obbligazioni societarie fisiche.
Per quanto riguarda le commodities, i gestori sono ottimisti sui prezzi dell’energia, ma possiamo attenderci ulteriori incrementi di prezzo del greggio, sebbene attenuati dall’aumento della produzione energetica americana. I prezzi del gas naturale sono sostenuti da esportazioni robuste, ma l’aumentata produzione statunitense induce a maggiore cautela sulle prospettive per il 2022: attenzione poi al mercato delle quote di emissione, verosimilmente sostenuto dalla transizione dai combustibili fossili al green.
Consigli per inizio 2022
Il mio consiglio per questa prima parte dell’Anno, sulla base degli elementi sopra accennati, è quello di mantenere i nervi saldi e non lasciarsi andare al pessimismo, e non deprimersi per la momentanea flessione di valore degli indici, che dovrebbe dimostrarsi transitoria. I Fondamentali, come spesso ribadito, sono buoni e la tendenza mondiale si dirige verso la crescita.
Ovviamente, ogni portafoglio è “unico”: aspettative e necessità di ogni risparmiatore sono personali, quindi resto a disposizione per una analisi più dettagliata delle vostre specifiche esigenze… contattatemi!
Rimango come di consueto a disposizione per ogni ulteriore elemento.