“Bolle” speculative ormai prossime all’implosione? Alcune riflessioni
Tra gli addetti ai lavori del mondo finanziario, c’è un segnale particolare che solitamente precede l’imminente scoppio di una bolla: si verifica quando iniziano a parlarne anche i tassisti (o i barbieri, a seconda della versione della battuta). Questo è il famoso aneddoto mutuato dal racconto del banchiere Morgan, riferendosi però ad un lustrascarpe di fiducia a Manhattan, poco prima del disastro di Wall Street nel 1929.
Io mi ricordo bene dei discorsi tra conoscenti a dicembre 2017. Ne parlavamo diffusamente, un po’ annebbiati tra cibo e vini, durante i cenoni di Natale, paventando guadagni smodati in un futuro ormai prossimo.
Personalmente mi chiese lumi un amico gondoliere, “…senti qua Andrea, ma noi riusciamo a comprare un po’ di criptovalute? Che sia il caso?”.
“Fermo la, ne riparleremo…” lo liquidai.
Il prezzo del Bitcoin crollò da quasi 20.000 dollari a 6.000 dollari in 1 mese.
Attenzione però: “scoppio di una bolla” non significa la fine del mondo, o che quell’asset è spacciato per sempre. C’è tempo per tutto. Significa semplicemente che viene smaltita l’euforia, che ha portato i prezzi a livelli insostenibili.
Quindi, un “alert” (cioè un segnale ben preciso) – che è uno stato costante in qualunque fase finale di un mercato fortemente rialzista (che precede quindi la fase ribassista) – è quando iniziano a parlarne anche i tassisti (o i gondolieri).
Ovvero, fuori di metafora (e con le dovute scuse a tassisti e gondolieri), un segnale nefasto è quando iniziano ad entrare sul mercato in massa tutti i piccolissimi aspiranti speculatori, in cerca del colpaccio per sistemarsi e diventare ricchi.
..senti qua Andrea, ma noi riusciamo a comprare un po’ di criptovalute?
Mi sembra evidente che sia proprio questo il momento. Le chiacchiere su questa o quella azione ormai hanno invaso i social network, inclusi quelli per adolescenti, e sono diventate “main topic”.
Qual è il fatto nuovo ? Ci sono in campo due forze che prima non esistevano (o erano marginali, o misconosciute, o volutamente ignorate):
- il potere dei social e del network, dove i piccoli aspiranti speculatori possono aggregarsi e diventare comunque rappresentativi
- Il caso pazzesco di GameStop, con MILIONI di aspiranti speculatori che si sono accordati su Reddit, caso emblematico, per manipolare al rialzo il prezzo di un’azione e distruggere le posizioni short di alcuni hedge fund.
- il potere delle banche centrali, dove i governatori tendono una rete di “sicurezza” costante sul mercato, rassicurando tutti sul loro interventismo in caso di tensione.
Come comportarsi quindi?
Questo scoppio arriva o no? Bisogna scappare? E quando? Oppure bisogna salire sul carro dei vincitori, e assaltare il banchetto fino a quando ci sono ancora i piatti colmi? Bisogna entrare all-in, come dicono i malati di poker?
Sono entrambe due alternative scorrette che derivano da presupposti fallimentari, cioè credere che investire con successo abbia qualcosa a che vedere con il market timing, ovvero con il tempo di entrata e uscita dal mercato.
Purtroppo, oltre a tutti i discorsi inerenti al COVID o alla politica nazionale, noto con rammarico che non si parla d’altro e che qualunque discussione in ambito finanziario si riconduce a questo: il guadagno “potenziale” spropositato investendo in Criptovalute.
E mentre i novelli investitori dedicano un sacco di attenzioni a capire se comprare o meno GameStop (o Tesla), o se è il caso di vendere i fondi azionari comprati per il lungo termine perché hanno letto sul blog di qualche sedicente Guru che il mercato è in procinto di crollare, nel frattempo:
- l’INPS sta dissipando i contributi con le ultime forme di assistenzialismo, e le pensioni prossime future saranno molto magre;
- la sanità pubblica è al collasso, e in assenza di assicurazioni private e/o denaro da spendere in privato saranno giorni difficili;
- l’istruzione pubblica è in ginocchio, e in assenza di capitale per istruzione privata superiore i prossimi alunni saranno condannati alla mediocrità locale o regionale.
Tassisti e barbieri, ovvero qualunque uomo o donna che non lavora nel mondo della finanza, farebbero meglio a riflettere su queste problematiche, anziché a tentare il colpaccio giocando col trading online.
Rimango come di consueto a disposizione per ogni ulteriore riflessione in merito.